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Goele Dewanckel

Goele Dewanckel

Come le sue figure, in bilico tra Matisse e Kirchner, anche Goele è una donna di frontiera: nata nel 1959 nel Belgio fiammingo, vive in Francia, a Châtillon, ma insegnava a Gent nella stessa École des Beaux-Arts Sint Lucas che la vide studentessa. In questa continua altalena tra Francia e Fiandre trova fiato e vigore il suo stile inconfondibile, sospeso tra dolcezza lineare e espressionismo cromatico, tra l’allegria dei papiers collés e la potenza delle xilografie popolari. Ed è proprio grazie a questo stile, fatto di larghe campiture e tratti essenziali, che le immense tavole dei suoi libri lasciano al lettore-osservatore lo spazio per immergersi nel racconto, e riviverlo. Tra i numerosi albi ricordiamo “Je ne m'ennuie jamais” (Seuil Jeunesse, 2003) su testo di Pieter van Oudheusden e "Au pays des Titus" (Éditions du Rouergue 2008) su testo di Claudine Galea, premiato al "Concours des plus beaux livres français". Nel catalogo di orecchio acerbo: “Baci” (2013) e "Titù" (2021).